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OptiLight o LipiFlow? Come tratto oggi la sindrome dell’occhio secco

mag. Kristina Mikek, dr. med.

mag. Kristina Mikek, dr. med.
specialista in oftalmologia

4683-4 min22. 10. 2025

consigliocchio secco

Occhi secchi - un problema comune, ma spesso trascurato

Quando si parla di occhio secco, molti pensano a un fastidio occasionale o alla sensazione di sabbia negli occhi. Ma per molti pazienti si tratta di un disturbo cronico che incide fortemente sulla vita quotidiana. In ambulatorio incontro ogni giorno persone con questo problema. Anche se oggi esistono molte terapie diverse, il trattamento dell’occhio secco è soprattutto una storia di pazienza, costanza e ricerca della soluzione giusta per ogni persona.

Spesso i disturbi legati all’occhio secco possono essere trattati con farmaci antinfiammatori, massaggi palpebrali e piccoli tappi che riducono il deflusso delle lacrime. Questo approccio aiuta molti pazienti, ma nei casi cronici con compromissione delle ghiandole di Meibomio (piccole ghiandole situate nei bordi delle palpebre, responsabili della componente lipidica del film lacrimale) non è sempre sufficiente.

Metodi strumentali che trattano la causa del malfunzionamento delle ghiandole di Meibomio

Il metodo LipiFlow, che utilizzo da diversi anni, è stato uno dei primi a mirare alla causa dell’occhio secco, non solo ad alleviarne i sintomi. Mi ha subito convinta, perché spesso porta un rapido sollievo ai pazienti. Si tratta di una procedura strumentale in cui le palpebre vengono avvolte da un applicatore speciale che riscalda delicatamente la parte interna e la massaggia con una leggera pressione pulsante. In questo modo si liberano i dotti ostruiti e si stimola la secrezione della componente oleosa delle lacrime. Così si migliora rapidamente la qualità del film lacrimale e si riduce l’evaporazione, principale causa dei sintomi dell’occhio secco.

LipiFlow imita in modo preciso il calore e il massaggio delle palpebre, ma con un effetto più intenso e uniforme. Per molti pazienti questa terapia rappresenta una vera svolta nel trattamento dell’occhio secco: con una sola seduta si migliora la qualità delle lacrime e si alleviano rapidamente i sintomi. LipiFlow mantiene ancora oggi un ruolo importante nel mio approccio terapeutico, poiché agisce come un efficace “reset” per le ghiandole. Tuttavia, presenta anche alcune limitazioni: nei pazienti con occhi molto sensibili l’inserimento degli applicatori può risultare fastidioso e, se dopo il trattamento non vengono seguite con costanza le regole di igiene e massaggio palpebrale, l’effetto può attenuarsi più rapidamente.

OptiLight: quando la luce diventa parte della terapia

Negli ultimi anni consiglio sempre più spesso la terapia OptiLight. Si basa sulla luce pulsata intensa (IPL) che agisce sulla pelle intorno agli occhi. Inizialmente ero scettica sull’efficacia della luce per un problema così ostinato, ma oggi la considero la prima scelta: è delicata, indolore e molto efficace anche a lungo termine. La luce pulsata ad alta intensità agisce riscaldando e stimolando le cellule, favorisce la funzionalità delle ghiandole di Meibomio e ha effetti antinfiammatori e antibatterici. Gli studi hanno dimostrato che è particolarmente utile nei pazienti con infiammazioni palpebrali o rosacea.

Con OptiLight i risultati non sono immediati: si sviluppano gradualmente, seduta dopo seduta. Nella mia esperienza, la maggior parte dei pazienti nota un miglioramento dopo circa cinque trattamenti. In molti casi la malattia si stabilizza al punto che bastano poi solo alcune sedute di mantenimento, una volta all’anno.

Come scelgo il metodo di trattamento

I metodi strumentali per il trattamento dell’occhio secco sono sempre più apprezzati, poiché da un lato affrontano la causa del problema e dall’altro offrono la possibilità di evitare un uso prolungato di farmaci. Molti pazienti riferiscono che le gocce oculari causano ulteriore irritazione o semplicemente non gradiscono l’idea di usare “chimica” ogni giorno. Se con strumenti come LipiFlow o OptiLight riusciamo a ridurre o eliminare la necessità di farmaci, per molti questo rappresenta un grande sollievo.

Quando i pazienti mi chiedono come scelgo tra i due metodi, spiego che LipiFlow è ideale quando si desidera un effetto più rapido o nei casi più lievi di ostruzione delle ghiandole. È eccellente per liberare i dotti e stimolare la funzione delle ghiandole. OptiLight, invece, consiglio come terapia di elezione nei casi cronici o resistenti, dove le ghiandole sono già compromesse. È più delicata su palpebre e pelle sensibili, e i risultati tendono a essere più duraturi.

La soddisfazione più grande arriva quando i pazienti tornano sorridenti e mi dicono: “Dottoressa, vorrei solo ripetere quel trattamento con la luce, perché mi ha davvero aiutato.” Il trattamento dell’occhio secco richiede pazienza. Tecnologie come LipiFlow e OptiLight ci permettono di “ridare respiro” alle ghiandole, e quando questo accade, a ritrovare sollievo non sono solo gli occhi, ma anche i pazienti stessi.