Se hai più di 45 anni e ti accorgi di fare fatica a leggere i caratteri piccoli in condizioni di scarsa illuminazione, vuol dire che hai già a che fare con le prime avvisaglie della presbiopia. È un disturbo che tocca a chiunque, con il passare degli anni. Causa ne è il cristallino, che con il tempo fa sempre più fatica a modificare la propria forma per assecondare la messa a fuoco da vicino, finché le difficoltà raggiungono proporzioni tali da rendere necessari gli occhiali da lettura.
Grazie alla chirurgia refrattiva possiamo risolvere anche questo tipo di problematiche. A differenza delle normali miopie e ipermetropie correggibili solo con l’intervento laser, il trattamento della presbiopia lascia aperta la scelta tra chirurgia laser e chirurgia intraoculare. Molti, in prima battuta, trovano il laser di maggiore richiamo, ma in realtà entrambe le tipologie di intervento hanno vantaggi e criticità: ecco perché è importante scegliere il più indicato in base alle esigenze e aspettative del singolo. Continua a leggere per scoprire le principali differenze tra chirurgia laser e chirurgia intraoculare, e anche i fattori che incidono sulla scelta della più idonea, nel singolo caso, a correggere la presbiopia.
1 Età al momento dell’intervento
La presbiopia aumenta con il passare degli anni, in quanto il cristallino fa sempre più fatica a variare la propria forma per regolare la messa a fuoco da vicino. Di conseguenza, per continuare a vederci da vicino c’è bisogno di occhiali che abbiano lenti con una gradazione positiva sempre maggiore. L’intervento di correzione della presbiopia con procedura laser Supracor è in grado di garantire una buona qualità visiva da vicino in caso di presbiopia incipiente o comunque moderata; è dunque la soluzione più indicata per la fascia di età che va dai 45 ai 60 anni. L’operazione con lenti intraoculari consente invece di correggere anche presbiopie in fase avanzata e si presta, dunque, a tutte le fasce di età.
2 Aspettative ed esigenze di vista
Quando si tratta di procedere con l’operazione laser per la correzione della presbiopia, interveniamo sempre su un solo occhio. Questo perché il rimodellamento laser della cornea volto a migliorare la vista da vicino comporta un certo peggioramento dell’acuità visiva per lontano. In caso di operazione laser, pertanto, andiamo sempre a creare la cosiddetta visione monoculare da vicino: ripristiniamo cioè una buona acuità visiva per vicino su uno solo dei due occhi, mentre sull’altro interveniamo all’occorrenza per correggere difetti visivi comuni e forme di astigmatismo, garantendo così all’altro occhio una buona acuità visiva per lontano e a media distanza. Dopo essersi sottoposti alla correzione laser della presbiopia è necessario un certo periodo di adattamento, in modo che un occhio si abitui al potenziamento della vista per vicino e l’altro al potenziamento della vista per lontano. Il nuovo stato di cose non crea problemi, in genere, perché anche in condizioni normali si riscontra nella maggior parte delle persone una differenza di acuità visiva tra un occhio e l’altro. In caso di operazione con lenti intraoculari andiamo invece a ripristinare una buona acuità visiva per vicino in entrambi gli occhi. Anche questo tipo di intervento richiede un certo periodo di transizione: molti, ad esempio, nel postoperatorio lamentano un temporaneo senso di abbagliamento notturno in caso di esposizione a fonti di luce artificiali; quanto alla visione da vicino, c’è un po’ da adattarsi per guardare alla distanza a cui si vede più nitidamente.
3 Tipologia ed entità dei difetti visivi
L’esito dell’intervento e il livello di soddisfazione rispetto all’acuità visiva riscontrata nel postoperatorio dipendono anche dall’eventuale presenza pre-intervento di un difetto visivo concomitante. Per chi non ne ha oppure è miope, oltre che neo-presbite, sarà più indicata la correzione della presbiopia con intervento laser: in casi simili, infatti, la visione da lontano è già di base meno nitida a causa della miopia, perciò passerà inosservato il peggioramento dell’acuità visiva per lontano provocato dall’ablazione laser della cornea volta a potenziare la visione da vicino. Per chi invece non solo è presbite, ma anche ipermetrope, è più indicata l’operazione con lenti intraoculari. C’è infine da dire che entrambe le tipologie di intervento risultano efficaci nel correggere anche un eventuale astigmatismo concomitante.
4 Rischio di cataratta
La cataratta è una patologia a carico del cristallino che insorge in età avanzata. Consiste in una perdita di trasparenza da parte del cristallino naturale, a seguito della quale la vista è sempre meno nitida e la percezione dei colori compromessa. Il rischio di cataratta, oltre che dall’età, dipende anche dalla predisposizione genetica del singolo. In caso di soggetti anziani o con genitori che soffrono di cataratta – ma anche qualora già in sede di visita venga riscontrata un’opacità incipiente del cristallino – è più indicato optare per la correzione della presbiopia con chirurgia intraoculare. Essendo un tipo di intervento che prevede l’asportazione del cristallino deteriorato e l’impianto di uno artificiale, in questo caso si impedisce al contempo il successivo sviluppo della cataratta.